9 mar 2019

Domani è un altro giorno


Domani è un altro giorno





Giovedì abbiamo visto un film scegliendo gli attori e il genere : Italiano con Giallini e Mastrandrea.
Ebbene si, abbiamo visto un bellissimo film .

Un tema delicato e difficile che ancora non mi è mai capitato di vivere e di cui allontano il pensiero: La malattia di un caro amico. 
Guardo il film in maniera distaccata, senza immergermi particolarmente mantenendo una voluta distanza emotiva. 
Ed ecco, vedo altro.
Un film che delinea perfettamente un'amicizia al maschile, tanto diversa da quella femminile. 
Sguardi, poche parole, vicinanza, intesa.
Il dolore attraversa i corpi, i silenzi, la presenza. 
Un' amicizia senza giudizio ma piena di comprensione. E così Tommaso e Pato hanno la stessa funzione quella di accompagnare , con poche parole e molta presenza "l'amico" fino al saluto finale, un saluto fatto di sguardi. 





27 ott 2015

FAMMI GIOCARE

Fammi giocare solo per gioco
senza nient'altro solo per poco
senza capire senza imparare
senza bisogno di socializzare
solo un bambino con altri bambini
senza gli adulti sempre vicini
senza progetto senza giudizio
con una fine senza l'inizio
con una coda ma senza la testa
solo per finta solo per festa
solo per fiamma che brucia per fuoco
Fammi giocare solo per gioco

( B.Tognolini)


Questa bellissima poesia l’ho trovata incorniciata nella sala d’attesa di una ASL quando facevo tirocinio. Mi ha colpito così tanto per la sua semplicità e per i messaggi profondi rivolti a noi adulti che sento il bisogno di condividerla e renderla libera di circolare.

Ci siamo mai soffermati a chiederci perché è così importante il gioco, e in particolare il gioco libero? Abbiamo mai osservato come giocano i nostri bambini/alunni? Da quanta magia, fantasia e mistero sono avvolti mentre creano storie, racconti? E noi? sappiamo giocare con i nostri amici? Con i nostri figli?
Domande importanti che mettono in campo tante riflessioni, ricordi, difficoltà e a volte paure.
Quanto è difficile per noi adulti giocare… 
Giocare vuol dire sporcarsi le mani, smascherarsi, alleggerirsi. Giocare ci mette in relazione, abbassa le nostre difese, fa diventare più vulnerabili. 
Giocare vuol dire fidarsi e affidarsi. 
Giocare vuol dire essere padroni della propria corporeità, conoscerne i limiti, quelli veri e quelli sociali. 
Giocare è lasciarsi andare. Nel gioco, non esiste razionalità, non esiste verità, solo trasporto e passione.




Non trovate sia molto difficile giocare per noi adulti? Non trovate che i bambini hanno tanto da insegnarci se solo li lasciamo liberi di esprimersi?